Sabato 31 gennaio 2015, alle dieci (ora italiana), sarà trasmesso on line, per la per la prima volta in assoluto, in diretta dalla Bienal del Fin del Mundo a Valparaíso (Chile), il cortometraggio "Me gusta Soñar - La verdadera historia de Felipe Cardeña" in versione integrale, diretto dall'artista Desiderio e dedicato alla vita e all'opera del misterioso (e controverso) artista di origine ispanica Felipe Cardeña.
Il film verrà trasmesso contemporaneamente a Valparaíso, a San Pietroburgo (Russia) e a Rio de Janeiro (Brasile), e da quel momento rimarrà on line in via permanente all’indirizzo web:
http://www.desiderio.biz/felipecardena.html
L’evento è organizzato in occasione de:
Bienal del Fin del Mundo a Valparaíso (Chile)
In collaborazione con:
Italian Factory (Italy)
Savina Gallery (San Pietroburgo, Russia)
Graphos: Brasil (Rio de Janeiro, Brasile)
Cubeart (Cuba)
Questo cortometraggio, girato a Cuba dall'artista Desiderio - che da tempo vive tra l'Italia e Cuba - ricostruisce la storia di Felipe Cardeña, artista versatile ed eclettico che il famoso quotidiano "Corriere della Sera" ha definito "artista misterioso stile Bansky", dalla biografia sfuggente e controversa, e che, divenuto celebre per i suoi collage a sfondo floreale, ha già al suo attivo due edizioni della Biennale di Venezia. Nato in Spagna, a Balaguer, nel 1979, Felipe infatti, mimo di strada oltre che artista, nel suo girovagare per il mondo avrebbe soggiornato a lungo a l'Avana, come testimonia il cortometraggio.
Film ibrido, a metà strada tra documentario giornalistico e ricostruzione onirico-simbolica del suggestivo clima dell'Avana e dell'opera di Cardeña, il cortometraggio ripercorre gli spunti artistici e le performance realizzate da Felipe (come il grande manifesto floreale, con il volto del Che, tutt'ora appeso in una strada de l'Avana Vieja), le suggestioni dei suoi lavori, le sue atmosfere e i suoi colori, e ne ricostruisce il passaggio per le strade de l'Avana, attraverso le testimonianze incrociate dei molti che l'hanno conosciuto o ne hanno sentito parlare: partendo da baristi, ambulanti, venditori, gente di strada e anche proprio dagli attori di strada e dai mimi della Giganteria, organizzazione di stanza a l'Avana che riunisce i migliori talenti di strada dell'isola caraibica, tra i quali Felipe avrebbe lavorato a lungo. In ultimo, lo stesso Felipe si mostra e non si mostra, in una danza simbolica tra i fiori e i collage del suo studio al centro de l'Avana.
Un personaggio che, tra realtà e immaginazione, diventa pian piano eccezionale, funambolesco, a tratti quasi fiabesco: se alcune testimonianze hanno il sapore della verità (come quella di alcuni mimi che raccontano come l'artista abbia lavorato diverso tempo assieme a loro, per poi "sparire improvvisamente", senza alcun preavviso), altre diventano invece eccessive, paradossali, al limite (e oltre) il fantastico. In questo modo, si dipana la leggenda di un artista che, prima ancora di diventare protagonista nel mondo dell'arte, aveva già costruito la sua vita come uno strano limbo sospeso tra sogno e realtà, aiutato in questo dal tono fortemente "magico" dell'isola.
A fare da collante di questa ricostruzione per metà documentaristica, e per metà onirico-simbolica, del personaggio Felipe, il regista ha scelto un rapper di strada, Sicario, strano cantastorie moderno che va sui luoghi da cui Felipe sarebbe partito e in cui, secondo le testimonianze, avrebbe a lungo vissuto.
Per finire, lo scrittore di fantascienza Yoss, personaggio conosciuto dell'universo letterario, non solamente cubano, pluri-invitato a festival e convegni internazionali di letteratura, ragiona sul rapporto ambiguo che sempre, nell'arte visiva come nella letteratura, si instaura tra vero, verosimile e reale.
L'insieme è un divertente, folle, strabordante collage di immagini, testimonianze, sensazioni e visioni che raccontano, assieme al personaggio Felipe, il sapore di un'isola che, nonostante la povertà e le difficoltà della vita quotidiana, vive ancora sospesa "entre sueño y realidad".