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Felipe Cardeña è nato a Balaguer (Spagna) nel 1979. Artista “misterioso in stile Banksy”, come l’ha definito il Corriere della Sera, dissemina ovunque, con azioni “di disturbo”, le proprie opere in giro per il mondo: i suoi fiori adesivi sono stati “avvistati” in Spagna, Italia, Francia, Inghilterra, Stati Uniti, Thailandia, Vietnam, Romania, Polonia, Russia, Cuba.
Ha partecipato, regolarmente invitato o come “clandestino”, con vere e proprie “azioni di disturbo”, a numerose mostre e manifestazioni in giro per il mondo. Vittorio Sgarbi ha scritto che Felipe “ripropone la tecnica amatoriale del collage, perseguendo un’iconografia ripetitiva e ossessiva come il rosario quotidiano di una monaca di clausura”.
Nel 2005 ha partecipato alla mostra Miracolo a Milano, al Palazzo della Ragione di Milano, restando per sei ore immobile, “mimando” la statua di San Giovanni Battista decollato. Nel 2007 ha partecipato alla mostra (censurata dall’amministrazione milanese) Vade Retro – Arte e omosessualità, a cura di Vittorio Sgarbi e Eugenio Viola, mentre, sempre a Milano, nel 2007, alla mostra Sweet Art Street Art, ha piantato simbolicamente la bandiera dei pirati sull’ingresso del museo (opera successivamente rubata da un visitatore), diventando il “simbolo” della presa di possesso del Padiglione d’arte contemporanea da parte degli street artists.
Dalla fine del 2007 ha dato il via al progetto “Power Flower”, che si basa sull’idea della “sorpresa” e della “meraviglia”, con grandi – a volte anche monumentali – composizioni coloratissime e strabordanti di collages dalle forme impazzite e dall’effetto eccentrico ed esagerato, a base soprattutto floreale, che toccano i temi del sacro, delle diverse identità culturali, della contaminazione tra natura umana e forme naturali: “puzzle coloratissimi e multiformi”, ha scritto Chiara Canali, “che si aggregano nella frenetica sovrapposizione di sagome di fiori, ritagliate con precisione certosina da riviste di floricultura, che vanno a formare un’installazione unica, data dall’associazione a incastro di moduli sempre uguali, che si alternano per la varietà continua di forme e colori e per la condensazione o rarefazione delle sembianze, in un caleidoscopio di fluorescenze che rinvia alla psichedelia più totale”.
Nel 2008, ha partecipato alla mostra Scala Mercalli – il terremoto creativo della street art italiana, a cura di Gianluca Marziani, per la quale ha realizzato un intervento site specific sul Dalai Lama: un gigantesco pannello della serie “Power Flower”, intitolato Free Tibet Free Flower.
Nel 2009 ha presentato la serie “The Black Dahlia” (omaggio all’epoca della detective story d’autore) prima alla Fabbrica Borroni di Bollate, all’interno della manifestazione Take Off curata da Chiara Canali, quindi al MystFest, il Festival del giallo e del Mistero di Cattolica. La serie, accompagnata dai racconti di Lorenzo Viganò, giornalista del Corriere della Sera ed esperto di true crime, è stata presentata al MystFest dallo scrittore Andrea G. Pinketts.
Lorenzo Viganò ha scritto che i quadri di Felipe Cardeña, “giocando con la moderna tecnica del taglia-e-incolla – sorella più radicale e coraggiosa dell’ormai tanto praticato ‘copia e incolla’ – sono diventati uno stato di coscienza (o di allucinazione?), un trip visivo, la rappresentazione artistica dei viaggi lisergici così tanto raccomandati negli anni Sessanta da Timoty Leary ‘per elevare la propria spiritualità’ e così bene cantati dai Jefferson Airplane in White Rabbit, vero inno della cultura psichedelica”.
Nel luglio del 2009 è stato invitato a partecipare ad Arte Mas 2009, Festival Internacional de arte y Literatura joven, a L’Avana (Cuba), organizzato dall’Asociación Cultural CubEArt e curato da Ana Pedroso. Per l’occasione ha presentato una serie di pannelli giganti, che sono stati acquisiti dalla Municipalidad de L’Avana, e che rappresentano il volto di Che Guevara immerso in un mare floreciente. Il titolo di questa serie, ispirata a una celebre canzone cubana, è “Cuba es un jardin de rosas”.
Nel novembre del 2009 ha partecipato alla mostra Beauty Farm alla Fondazione Durini di Milano, e ad Another break in the wall alla Wannabee Gallery, sempre a Milano; in dicembre è invitato alla mostra Heart presso la Onishi Gallery di New York e alla Asia Kay Art Projects gallery di Chicago, e alla collettiva Abraham Lincoln, tra storia e mito, alla Triennale di Milano.
Nel 2010 ha partecipato alla mostra Flowers, a cura di Fabio Migliorati (catalogo Maretti Editore), con Fulvio Di Piazza, Corrado Bonomi e Dany Vescovi, in tre tappe: Milano (Superstudio Più), Forlì (Musei di San Domenico) e Cortona (Palazzo Casali).
Sempre nel 2010, è tra gli artisti invitati alla mostra Ritratti italiani, a cura di Vittorio Sgarbi, alla Galleria d’Arte Moderna di Cento (Ferrara) e alla Fondazione Durini di Milano (catalogo Christian Maretti Editore).
Nel 2011 è presente alla mostra The First Italian Show, curata da Luca Beatrice alla First Gallery di Roma. Nello stesso anno è invitato alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia, in ben due padiglioni nazionali: il Padiglione Italia, curato da Vittorio Sgarbi all’Arsenale, e il Padiglione della Repubblica di Cuba. Nel 2012 è invitato da Gillo Dorfles alla collettiva Il kitsch oggi al Palazzo della Triennale di Milano, alla rassegna sul design autoprodotto MISIAD, voluto da Alessandro Mendini alla Cattedrale della Fabbrica del Vapore di Milano. Nello stesso anno è inoltre prsente alla rassegna Extraextrasmall alla Galleria Visconti di Lubiana e alla collettiva Vivendo no Vermelho alla Graphos: Brasil, a Copacabana, Rio de Janeiro (Brasile). Nel 2013 è nuovamente invitato alla Biennale di Venezia, nel Padiglione della Repubblica araba di Siria. Nel 2014 è invitato a partecipare al progetto sociale, promosso dal Ministero della cultura brasiliano, Deu Na Telha, nella favela Morro do Alemão, a Rio de Janeiro, dove realizza sui tetti delle case un grande murale, per far conoscere e promuovere l’arte tra i giovani delle comunità locali.
Sempre nel 2014 partecipa al progetto sociale Hungry for art – Food Right Now contro la fame nel mondo promosso dall’organizzazione CESVI, a cura di Christian Gancitano, al Superstudio Più, Milano (Italia). Sempre nel 2014 partecipa alle mostre collettive POP UP – Revolution!, a cura di Achille Bonito Oliva per Electronic Art Cafè, alla Caserma XXIV Maggio di Milano e all’MdM Museum di Porto Cervo, e Superheroes 2.0, a cura di Silvia Fabbri, a Villa Bertelli, Forte dei Marmi. Nel novembre 2014 – febbraio 2015 è invitato alla mostra Pop Up Italian Show all’Hubei Museum of Art, a Wuhan (China). Sempre nel 2014 partecipa alla mostra Super Pop Women – L’icona femminile nella nuova arte pop, a cura di Silvia Fabbri, da Giuseppe Veniero project, Palermo.