Conversazione tra Luigi Sansone e Gillo Dorfles intorno al lavoro di Felipe Cardeña, alla sua figura di artista eclettico e misterioso e al significato del kitsch nell'arte contemporanea
Sansone Felipe Cardeña ha una biografia strana e complessa. Intorno al suo nome si alternano le voci più singolari, gossip, pettegolezzi... prima faceva il mimo di strada: questo è storicamente vero e accertato, dal momento che è stato visto da numerose persone in una mostra a Milano, nel 2005 (intitolata Miracolo a Milano), rappresentare un San Giovanni decollato. Già in quel periodo praticava una strana forma di street art, appiccicando fiori di carta sui muri per strada, in ogni parte del mondo... anche questo è accertato, visto che ci sono numerose foto dei suoi fiori, che risalgono a una decina d'anni fa, attaccati in luoghi strategici in giro per il mondo, da Cuba alla Russia al Nord Europa fino alla Thailandia. Poi, però, piano piano la sua presenza reale è come svanita nel nulla, e, attorniato da una vera e propria "bottega" di aiutanti, è definitivamente approdato all'art collage, con originali composizioni su tela, utilizzando come medium esclusivo la carta...
Dorfles Trovo già molto interessante questo fatto. Di sicuro non è un artista qualsiasi: per questo è molto difficile da collocare nel panorama dell'arte contemporanea. Ci sono casi analoghi, nella storia dell'arte e anche nella letteratura, di artisti che si spogliano della propria identità come operazione raffinata e consapevole, con risvolti che si potrebbero definire concettuali. Anche questo elemento, a mio avviso, è situabile in un ambito kitsch, ma di un kitsch estremamente colto, evoluto...
Sansone Questo elemento è molto importante. Felipe è, quindi, una creatura kitsch già a cominciare dalla sua biografia, non lineare e volutamente contraddittoria, modellata a bella posta per alimentare voci, pettegolezzi e anche discussioni che hanno a che fare con l'identità mutante, con il senso del fare arte e con i meccanismi del successo nella civiltà di massa...
Dorfles Certo. Il kitsch si nutre e vive sempre e soltanto all'interno dei meccanismi della cultura di massa, che del "kitsch diffuso" è poi il più grande motore...
Sansone Nel tuo libro sul kitsch, parlavi proprio dell'industrializzazione culturale come elemento fondante per la creazione di quel kitsch diffuso, "ubiquitario" e trionfante ovunque, ben più della stessa arte con la "A" maiuscola...
Dorfles Sì, anche se starei attento a non mescolare tre elementi diametralmente differenti: da una parte c'è un kitsch diffuso ovunque, appunto, quello della paccottiglia che si vende sui mercatini o nei negozi di souvenir; dall'altra c'è poi il kitsch di artisti che, credendo di fare opere di gusto "alto", in realtà fanno della cattiva pittura o comunque della cattiva arte, cioè di gusto estremamente discutibile, e in questo modo finiscono in un kitsch per così dire involontario e non calcolato; infine ci sono poi quegli artisti - come Salvador Dalì o Enrico Baj, tanto per fare due esempi ormai storicizzati: ma anche, oggi, un artista insolito e interessante come Felipe Cardeña -, che costruiscono, quasi a tavolino , potremmo dire, un'operazione raffinata di "kitsch elitario", dal gusto estremamente colto e raffinato...
Sansone Sono proprio questi gli artisti su cui abbiamo imbastito la mostra Oggi il kitsch alla Triennale di Milano nel 2012: che partiva da nomi storici come Dalì, Savinio, Usellini e Meret Oppenheim, passando per personalità attive negli anni Sessanta e Settanta come Enrico Baj, fino ad arrivare ad esempi di artisti contemporanei oggi anche molto in voga, come Luigi Ontani, Cracking Art, Corrado Bonomi e, appunto, Felipe Cardeña. Oltre a personaggi irregolari e fuori dal sistema dell'arte come Rudy van der Velde...
Dorfles Sì, anche se quello di van der Velde è un caso ancora diverso, direi, proprio per il suo essere una personalità fuori dal sistema, un artista che definirei 'completamente kitsch' nella sua essenza più profonda. Mentre nel caso, appunto, di Felipe Cardeña, andrebbe sottolineato che si tratta di arte volutamente kitsch, di un kitsch elitario, non involontario o casuale...
Sansone Un kitsch aulico?
Dorfles Sì, aulico, elitario, ricercato... certamente non "di massa". Non è il kitsch del quadretto che si vende alla bancarella, per capirci. Proprio per la sua raffinatezza non è facile da imporre al pubblico, alla critica e al mercato: è sulla linea di Baj.
Sansone Volendo, lo potremmo definire anche un kitsch concettuale.
Dorfles Certo, perché è un kitsch che ha, dietro di sé, già delle premesse culturali molto forti: si sente, anche guardando i quadri, che c'è dietro una grande conoscenza della storia dell'arte e dei meccanismi del sistema dell'arte... Oltretutto, poi, Cardeña è anche un artista molto immaginifico e fantasioso, e quindi merita di essere preso in considerazione come artista autentico, e non involontario o dilettante.
Sansone Però si deve anche sottolineare che non c'è, come avviene invece in molta arte concettuale, un rifiuto della piacevolezza e del decorativismo. Al contrario...
Dorfles Assolutamente. Quelle di Cardeña sono opere molto piacevoli alla vista, esteticamente ricche, esuberanti, decorative. Ma tieni presente che la piacevolezza, la seduzione e il decorativismo fanno anch'esse parte dell'essenza profonda del kitsch, sono tipiche delle opere kitsch, di quelle volontarie come di quelle involontarie. Pensiamo ai souvenir, alla paccottiglia da mercatino... è molto spesso piacevole, divertente, esteticamente ammiccante, anche se quasi sempre di cattivo gusto. Ma anche le opere volutamente kitsch, appunto, come quelle di Baj o di Cardeña, giocano sulla seduzione e sulla piacevolezza: la differenza con le prime è che quelle hanno, per così dire, una piacevolezza volgare, mentre queste sono più raffinate, più colte, più esigenti. Si tratta di una forma di kitsch ricercato apposta per ottenere un effetto artistico di gusto anomalo, originale, fuori dagli schemi.
Sansone Anche la scelta di utilizzare i fiori come sfondo è piuttosto insolita, visto che per tutto il Novecento il genere floreale è stato considerato appannaggio della pittura di serie B, di un certo decorativismo da salotto piccolo-borghese, o addirittura da pizzeria...
Dorfles Ma certo, anche questo fa parte di una scelta estetica volutamente anticonformista. Ma non è tanto nella scelta dell'utilizzo dei fiori in se stessi che sta l'operazione interessante: se Felipe avesse fatto della 'normale' pittura di fiori, sarebbe un artista banale, poco interessante. Quello che lo rende eccentrico, bizzarro, oltre che kitsch, è invece proprio la sovrabbondanza, l'eccesso: è lì che il lavoro di Cardeña si colora di tinte kitsch, nell'eccesso di decorativismo, nella scelta di non lasciare respiro all'occhio, nel riempire la superficie fino all'ossessione...
Sansone L'utilizzo dei fiori però mi ricorda anche Andy Warhol, che negli anni Sessanta ha riscoperto il decorativismo floreale come operazione strettamente pop.
Dorfles Anche in quel caso si trattava di un'operazione estremamente colta e raffinata: Warhol sapeva benissimo quello che faceva, non lo faceva in maniera ingenua o involontaria. Giocava, in maniera consapevole, coi generi tradizionali e con gli stilemi della storia dell'arte...
Sansone In un certo senso anche Felipe ha un gusto molto "pop", potremmo dire che è un artista che sta a metà strada tra il kitsch e il pop. E poi, anche la continua citazione e rimescolamento di elementi discordanti, prelevati da giornali, cataloghi, riviste, persino veri gioielli applicati sulla tela...
Dorfles La sovrapposizione di elementi provenienti da ambiti diversi è una pratica tipica del kitsch. Per non parlare di quei gioielli, di quegli strass e perline che svettano, che aggettano dalla tela... o delle ricche cornici dal sapore orientale... fa tutto parte del rimescolamento e riposizionamento di generi e di culture che è la quintessenza del kitsch, uno dei suoi connotati fondamentali e distintivi. Anche il richiamo ai gioielli è interessante, del resto, perché la moda, da sempre, si nutre di elementi kitsch.
Sansone A questo proposito c'è un episodio interessante. Gli stilisti Dolce & Gabbana hanno fatto una maglia che ricorda molto da vicino un'opera di Felipe. Sembra quasi che sia ispirata direttamente a un suo quadro, tanto è forte la somiglianza...
Dorfles L'ambiguità è un'altra delle caratteristiche tipiche del kitsch, e della cultura contemporanea in generale. Una cosa rimanda sempre all'altra, ogni creazione si nutre di altre creazioni. Nulla è più originale in senso assoluto, come avveniva un tempo.
Sansone A proposito di ambiguità, anche la tecnica utilizzata da Cardeña è estremamente ambigua e sviante: a volte, guardando le fotografie dei quadri, non si riesce a capire se si tratti di collage o di pittura, tanto sono definiti e accurati. Vengono in mente addirittura certe opere quattrocentesche verniciate con la tempera grassa, si perde quasi il collage...
Dorfles Ma sì, in fondo la tecnica con cui sono composti ha poca importanza. Anche se fossero riprodotti in centinaia o in migliaia di esemplari, non perderebbero mai la loro aura di opere d'arte elitarie e raffinate. Del resto, il kitsch, come il pop, ci ha insegnato che oggi tutto è riproducibile, ogni opera d'arte può essere replicata all'infinito senza che perda nulla della sua originalità e della sua forza. E il lavoro di Felipe Cardeña non fa differenza: la sua forza è nell'idea che vi sta dietro e nell'immagine finale, non nella tecnica a cui si è ricorsi per realizzarla.